Processo per l'ombra dell'asino

di Friedrich Dürrenmatt

La pièce di Dürrenmatt ci mostra l’essenza stessa della stupidità umana, in una galleria di ritratti persino troppo realistici per non essere riconoscibili anche ai nostri giorni “Il processo per l’ombra dell’asino” è una divertente satira di chi coltiva i propri interessi, chiuso nella corazza delle proprie presunte virtù, forte della propria ideologia, isolato in un ottuso individualismo, nascosto dietro il paravento della rispettabilità e dei “giusti principi”.
Nella città di Abdera, immersa nelle paludi dell’assolata Tracia, si svolge un processo, con due querelanti e nessun querelato, in una catena di “raccomandazioni” e scambi di favori, per sostenere la propria fazione con l’aiuto di chi detiene il “potere”. Causa scatenante è l’accusa, mossa al dentista Strutione dall’asinaio Antrace, di aver pagato l’affitto di un asino e non della sua ombra! Altro che diritti sull’ombra dell’asino! La disputa si accende (apparentemente) quando si invocano gli alti valori della giustizia, dell’uguaglianza fra i ceti, del rispetto della religione e delle sue tradizioni… Questioni di principio? Macché! Come sempre è una pura “questione di valori”, non nel senso etico del termine, ma in quello più prosaico di “valori materiali”, di “interessi”. Al punto che anche l’ombra di un asino può diventare il pretesto per scatenare una controversia dagli esiti inimmaginabili. Grazie al velo di una danzatrice, il dentista e l’asinaio diventano involontariamente il “casus belli” di uno scontro fra partiti ed interessi, uguali ma contrapposti, che ricorreranno ai “servigi” del pirata mercenario Tifi, unico metodo che ancora oggi gli uomini sembrano adottare per risolvere i contrasti.
L’esito dimostra come, anche in questo caso, l’unico modo per vincere, sarebbe stato… non entrare in conflitto. Una storia antica che parla alla modernità ricordandoci che anche un gesto apparentemente innocuo può avere conseguenze catastrofiche solo in virtù dell’inclinazione umana all’idiozia collettiva. E in questa parodia farsesca sulla stupidità umana, l’asino ci guarda e si interroga.

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